Grafico, scultore, pittore, musicista, cantante rock, Luca Vinciguerra, nato a Livorno nel 1966, è tutto questo, Zazzera bionda, si fa chiamare Steve Sperguenzie definito incrocio tra Mick Jagger e Roger Daltrey. Suona e canta in maniera scatenata in un gruppo psichedelico a limite del punk e in un orchestra con un piccolo strumento, l’ukulele, una chitarra hawaiana di origine portoghese, da lui tutta dipinta. “E’ con la musica che mi mantengo e posso comprare i materiali con cui faccio le mie sculture in vetroresina, le scatole luminose, e le creazioni pop, in gara con Warholl e Lichtestein”. Musica e arte visiva sono strettamente connesse in un linguaggio forte che attraverso il fumetto, crea immagini audaci ed esplosive. Cani senza testa, poltrone a forma di lingua come la Stoneschair creata con il logo dei Rolling Stones, città giottesche fatte di pittura e scultura insieme, cuori incatenati e cani privi di testa. Ma come mai cani sempre senza testa? “E’ l’uomo, siamo noi, senza cervello”. Le sue opere, incisive e belle nella loro crudezza, colpiscono l’uomo e la società di oggi come sferzate piene di freschezza perchè Luca, figlio del noto pittore livornese
Antonio Vinciguerra, il bello ce l’ha nel sangue. Non sopporta, ad esempio, di vedere andare in rovina la città, Livorno, con la Fortezza medicea trecentesca in abbandono e Vills Mimbelli alle ortiche. Con le sue figure esprime tutta la sua ribellione. Sin da piccolo ha visto il padre dipingere. “Ma ho voluto distinguermi, anche se lo ammiro moltissimo”. Così dopo il Liceo artistico a Lucca e l’iscrizione della facoltà di architettura di Firenze, si è messo in gioco frequentando corsi di designer, restauro, incisione, aerografia. ha creato un centro culturale, lavora in un suo studio livornese prendendo spunto da loghi che diventano oggetti d’ arredo come poltroncine, tazze di caffè, cubi luminosi. Il New-town, un dodecaedro (cm 60X65X70), in cui è dipinta una città fantasma con i suoi grattacieli, le finestre buie, è inquietante e sembra portare alle estreme conseguenze la Città che sale di Boccioni o le geometriche case di Giotto. La Poltrona, in fibra di vetro formata da una lingua oscena, rappresenta il lusso sfrenato tra sesso e droga. così tra schermi luminosi, pellicole colorate, loghi ed insegne , Vinciguerra crea il suo ”nuovo bello”.